Obiezione di coscienza alla guerra
In Ucraina, in Russia, in Europa, in Italia, chi rifiuta le armi parla un’unica lingua, quella della pace.
Tutte le guerre hanno lo stesso volto di morte, in Ucraina come in Afghanistan, nello Yemen come in Siria.
Torti e ragioni, aggressori e aggrediti, si mescolano e precipitano insieme nel baratro.
Per fermare la guerra bisogna non farla. Per cessare il fuoco bisogna non sparare.
È questo il senso profondo dell’obiezione di coscienza: difendere la vita, la libertà, la giustizia, con la nonviolenza che è vita, libertà, giustizia.
Da oggi c’è la possibilità di dichiararsi obiettori alla guerra. Il Movimento Nonviolento, aderente a Rete italiana Pace e Disarmo, propone a tutti di firmare una Dichiarazione che sarà poi consegnata al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, allo Stato Maggiore dell’Esercito: non contate su di me se volete coinvolgervi nella guerra con più armi, più spese militari, più violenza.
(https://www.azionenonviolenta.it/obiezione-di-coscienza-alla-guerra-una-campagna-coordinata-dal-movimento-nonviolento/)
Qualche parola in più
Cominciamo dall’inizio.
La Costituzione, all’art. 52 dice:
«Art. 52. – La difesa della patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l’esercizio dei diritti politici. L’ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica.».
La legge, per quanto importante, è solo uno degli elementi che regolano la nostra vita. La guerra e l’uccisione di altri esseri umani sono eventi che coinvolgono profondamente il senso morale e la coscienza di ognuno. Se per alcuni la difesa della patria è fondamentale, per altri è più importante il rispetto della vita umana.
Per chi si riconosce in una delle fedi che accettano l’Antico Testamento come rivelazione non dovrebbero esserci dubbi: per due volte (Esodo 20, 13 e Deuteronomio 5, 17) è ripetuto “Non Uccidere”. Ed è una affermazione categorica, senza deroghe.
Ma per tutti, qualunque sia la fede, c’è un punto centrale: si parla di “difesa della patria”. Ma qual’è la mia patria?
Il Ducato di Mantova, un’entità politica esistita per più di 700 anni?
L’Italia, uno stato nato 150 anni fa per decisione dei sovrani del regno di Sardegna?
L’Europa?
Forse, oggi, nell’epoca di Internet e del mercato globale c’è un’altra risposta.
In un mondo in cui mi informo su siti americani e inglesi, in un mondo in cui compro cellulari coreani o cinesi, il gas con cui mi scaldo è russo o africano e al mercato trovo pere argentine, la risposta possibile è una sola: tutto il pianeta è la mia patria e tutti gli esseri umani sono “il mio prossimo”.
E allora “Perché la guerra?”
Lasciando da parte la risposta di Freud alla lettera di Einstein (Warum krieg? – 1932), la prima risposta che viene in mente è: “non c’è nessun motivo reale per combattere, meglio parlare che distruggersi a vicenda, meglio accordarsi che odiarsi” (e odiarsi per cosa?).
Torniamo alla legge.
Dopo le lotte per il riconoscimento al diritto all’obiezione di coscienza
e la sospensione del servizio militare obbligatorio nel 2005, ci sono stati diversi cambiamenti nella normativa. Oggi (2022) è in vigore il Decreto Legislativo n°66 del 15 marzo 2010, il cosiddetto “Codice dell’ordinamento militare”.
In particolare:
Art. 1928, I° comma (Obblighi di leva e di servizio militare e riflessi … )
1. In attuazione dell’articolo 52 della Costituzione, il servizio militare e’ obbligatorio nei casi e con le modalità stabilite dal presente codice.
Art. 1929 (Sospensione del servizio obbligatorio di leva e ipotesi di ripristino)
Le chiamate per lo svolgimento del servizio obbligatorio di leva sono sospese a decorrere dal 1° gennaio 2005.
1 Il servizio di leva è ripristinato con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, se il personale volontario in servizio è insufficiente e non è possibile colmare le vacanze di organico, in funzione delle predisposizioni di mobilitazione, mediante il richiamo in servizio di personale militare volontario cessato dal servizio da non più di cinque anni, nei seguenti casi:
a) se è deliberato lo stato di guerra ai sensi dell’articolo 78 della Costituzione;
b) se una grave crisi internazionale nella quale l’Italia è coinvolta direttamente o in ragione della sua appartenenza ad una organizzazione internazionale giustifica un aumento della consistenza numerica delle Forze armate.
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Quindi il servizio di leva è solo sospeso, non abolito e il ripristino è nelle mani dell’esecutivo, con una semplice delibera. Ed è sospeso anche il diritto all’obiezione di coscienza.
Detto in parole povere il ragionamento del legislatore è stato:
“Se non sei obbligato a prestare servizio militare armato, è irrilevante che tu proclami la tua indisponibilità: quando sarà ripristinato l’obbligo, sarà ripristinato anche il tuo diritto ad obiettare.”
In ogni caso il D.L. 66/2010, riconosce esplicitamente il diritto all’obiezione di coscienza in caso di ripristino della leva obbligatoria.
TITOLO III
SERVIZIO DEGLI OBIETTORI DI COSCIENZA E DEGLI AMMESSI A PROGRAMMA DI RECUPERO PER TOSSICODIPENDENTI IN TEMPO DI GUERRA O DI GRAVE CRISI INTERNAZIONALE
CAPO I
SERVIZIO DEGLI OBIETTORI DI COSCIENZA
Art. 2097
Ambito e disciplina applicabile
1. Coloro che, per obbedienza alla coscienza, nell’esercizio del diritto alle liberta’ di pensiero, coscienza e religione riconosciute dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e dalla Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, opponendosi all’uso delle armi, non accettano l’arruolamento nelle Forze armate e nelle Forze di polizia dello Stato, possono adempiere gli obblighi di leva, in tempo di guerra o di grave crisi internazionale, prestando, in sostituzione del servizio militare, un servizio civile, diverso per natura e autonomo dal servizio militare, ma come questo rispondente al dovere costituzionale di difesa della Patria e ordinato ai fini enunciati dai principi fondamentali della Costituzione.
(per il testo completo ed aggiornato vi rimando a Normattiva https://www.normattiva.it/ )
La raccolta firme
Perché appoggiamo la campagna coordinata dal Movimento Nonviolento per l’Obiezione di Coscienza alla guerra, se la leva non è obbligatoria?
A cosa serve?
Rivediamo la legge.
Uno dei motivi di ripristino della leva è “una grave crisi internazionale nella quale l’Italia è coinvolta direttamente o in ragione della sua appartenenza ad una organizzazione internazionale”.
Ma quanto deve essere grave la crisi? Questo lo decide il governo, con una semplice deliberazione: potrebbe anche essere una scaramuccia sui confini più remoti dei paesi NATO.
Oggi una persona che si ritiene civile dovrebbe sentirsi in dovere di prendere posizione, dichiarando comunque, da subilto, la sua non disponibilità a uccidere altri esseri umani.
Questo è quello che chiediamo di fare firmando questo appello: non è una dichiarazione con valore legale ma è un modo per alzarsi in piedi e dire “È sbagliato, io non ci sto”.