In UE sono proibiti perché tossici e pericolosi,
ma possiamo produrli ed esportarli nel resto del mondo.
Oltre 100 organizzazioni non governative, tra cui Amnesty International, Children’s Rights International Network, Greenpeace e ISDE (International Society of Doctors for Environment), hanno chiesto all’Unione Europea di fermare le scappatoie «ipocrite, crudeli, ingiuste e intollerabili», che permettono alle aziende europee di arricchirsi esportando all’estero prodotti tossici vietati all’interno del mercato unico comune.
Il rapporto congiunto, sottoscritto da 117 firmatari, chiama in causa le leggi UE che regolano il commercio e l’uso, tra gli altri, di pesticidi, giocattoli per bambini, prodotti chimici, plastiche monouso e sistemi di intelligenza artificiale invasiva. Si tratta di beni definiti pericolosi, e che tuttavia possono essere venduti fuori dall’Europa.
«È scandaloso che i divieti dell’UE sulla vendita di prodotti tossici non vengano applicati quando questi sono destinati a Paesi extra-UE», dichiara Federica Ferrario di Greenpeace Italia. «Dalla plastica usa e getta ai pesticidi, i politici europei sono consapevoli che questi beni sono dannosi per l’ambiente e per la salute delle persone, ma hanno scelto di anteporre il profitto al benessere delle comunità più vulnerabili che vivono in altre parti del mondo».
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