Gli Stati membri dell’UE hanno ripetutamente e unanimemente condannato gli insediamenti di Israele in Cisgiordania come “illegali” e come “ostacolo alla pace”. Adottando due serie di sanzioni mirate contro i coloni israeliani, gli Stati membri dell’UE hanno anche riconosciuto all’unanimità la gravità degli abusi contro i palestinesi in Cisgiordania.
L’illegalità degli insediamenti e la natura molto grave degli abusi contro i Palestinesi, tra cui la segregazione razziale e l’apartheid, sono stati autorevolmente confermati dalla Corte Internazionale di Giustizia (ICJ). In una sentenza storica del luglio 2024, la Corte ha affermato che l’occupazione di Israele è illegale, che gli insediamenti devono essere smantellati e che gli stati hanno l’obbligo di non riconoscere o assistere la situazione illegale derivante dall’occupazione israeliana del territorio palestinese. Il tribunale ha dichiarato esplicitamente che gli stati hanno l’obbligo di prevenire e astenersi da relazioni commerciali o di investimento “che aiutino a mantenere la situazione illegale creata da Israele nei Territori Palestinesi Occupati”.
In una lettera (in inglese) indirizzata alla Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen (QUI un articolo con la traduzione), ONG e sindacati hanno sollecitato un’azione per rispettare il diritto internazionale e per fermare il sostegno dell’Europa all’impresa illegale degli insediamenti e agli abusi che ne derivano.
Nella lettera evidenziano come le attuali politiche dell’UE violino tali obblighi. Sebbene le merci degli insediamenti siano escluse dalle tariffe preferenziali concesse dall’Accordo di Associazione UE-Israele, non sono escluse dall’ingresso nel mercato dell’UE.