Il nostro comunicato
È successo a Mantova, otto giorni fa. Eleonora, un’attivista nonviolenta di Animali Politici che protestava, con un cartello, per la sofferenza e l’uccisione di migliaia di animali in un macello della provincia, è stata portata in questura e lì trattenuta per due ore e mezza senza alcun motivo. Alcune passanti che, sbalordite dall’intervento esagerato delle forze dell’ordine hanno preso le difese dell’attivista, sono state a loro volta identificate. Già nel maggio scorso alcune ragazze, tra cui la stessa Eleonora, che contestavano civilmente due iniziative del Food&Science erano state maltrattate e trascinate via di peso dalle forze dell’ordine, portate in questura e denunciate, per tre o quattro reati. La loro colpa? Voler esporre uno striscione per i diritti degli animali, uno striscione che è stato considerato al pari di un’arma, strappato immediatamente, e con forza, dalle mani delle ragazze. Nessuno, né i poliziotti presenti né gli organizzatori, aveva cercato di avviare un dialogo per chiudere in bellezza la vicenda, concedendo ad esempio di mostrare lo striscione, in luttuoso silenzio, per qualche minuto.
Ora ci troviamo di fronte a questo inquietante atto di forza che sa molto di intimidazione e che fa a pezzi l’articolo 21 della Costituzione: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. L’accanimento nei confronti di queste ragazze appare totalmente incomprensibile ed è assolutamente inaccettabile perché siamo in presenza di un trattamento repressivo che rischia di portarci fuori dallo stato di diritto e che, oltretutto, non trova spesso riscontro nemmeno nei confronti di manifestazioni ben più gravi promosse da alcune delle più forti categorie sociali o da nostalgici neofascisti.
Ciò che preoccupa è che questi fatti si inseriscono all’interno di una deriva securitaria verso la quale il nostro Paese sta complessivamente scivolando e che rischia di portarci verso uno stato di polizia. Siamo ormai in presenza di una vera e propria svolta autoritaria e repressiva che si accanisce nei confronti di quasi ogni forma di protesta, in particolare dei ragazzi e delle ragazze (colpirne uno per “educarne” cento), trasformando il dissenso in pericolosità sociale e in questione di ordine pubblico. Ecco quindi le raffiche di fogli di via ingiustificati, le cariche della polizia durante pacifiche manifestazioni, i ragazzi inseguiti per strada e manganellati, gli studenti schedati per aver partecipato a un convegno, i giornalisti perquisiti e messi in cella… Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, a proposito dei recenti disordini al carcere minorile Beccaria, ha dichiarato che lo Stato è più forte dell’anti-Stato. Proprio così: i ragazzi del Beccaria come la mafia e le Brigate Rosse! Questa è la situazione, che diventerà ancora più pesante se verrà approvato il Ddl sicurezza in discussione in Parlamento, e peggio ancora sarà, come ha denunciato Amnesty International, nel caso venissero approvati gli emendamenti della Lega.
Chiederemo un incontro alla questora di Mantova per esprimere le nostre preoccupazioni e chiedere che siano rispettati, in ogni occasione, i diritti costituzionali.