MARCIA PERUGIASSISI

Marcia della pace e della fraternità
Costruiamo assieme un mondo più umano

La guerra continua ma non ci possiamo rassegnare, rischiamo l’autodistruzione!

La guerra è la madre di tutti i crimini, cancella la vita, distrugge tutto quello che intere generazioni hanno costruito, devasta ciò che la natura ha generato. Per questo l’Italia ripudia la guerra. Per questo è nata l’Unione Europea. Per questo sono state create le Nazioni Unite. Grazie a queste conquiste, abbiamo potuto crescere in pace. Non permettiamo che tutto questo venga cancellato!

Domenica 21 maggio ti invitiamo a marciare per la pace da Perugia ad Assisi.

SEMPRE 25 APRILE

25 APRILE: C’ERAVAMO, CI SIAMO, CI SAREMO

PACE – LIBERTÀ – DEMOCRAZIA

È festa d’aprile: una lunga storia da celebrare e, con quell’esempio, tante nuove lotte da affrontare. Dopo otto mesi di governo più a destra della storia d’Italia, l’attualità ci pone di fronte a un Paese dove disuguaglianze economiche, sociali, razziali e di genere stanno pericolosamente diventando la norma in spregio alla Costituzione.

Dai tentativi di eliminazione di ogni forma di sostegno al reddito, al progetto di legge per le autonomie differenziate, passando per una riforma fiscale che prosegue nel solco trentennale del liberismo, favorendo chi è più ricco e ignorando chi è più povero. Allo stesso tempo, ogni ipotesi di allargamento dei diritti sociali viene ostacolato sul nascere: da una parte abbiamo ancora negli occhi le immagini delle spiagge di Cutro, l’ennesima strage di migranti abbandonati dallo Stato; dall’altra dobbiamo assistere al continuo processo di negazione dei diritti delle comunità lgbtq+, il cui ultimo tassello è stato il blocco delle registrazioni di famiglie omogenitoriali nei Comuni che le applicavano. Nella quotidiana torsione autoritaria della nostra democrazia e nella riscrittura della storia si ritrovano unite la destra postfascista e quella dichiaratamente neofascista.

C’è un clima preoccupante, e non è solo una metafora. I movimenti ecologisti di tutto il mondo cercano con ogni mezzo necessario di far cambiare le politiche climatiche dei governi che invece ignorano e reprimono le proteste: sotto una patina green si continua a consumare suolo e a bruciare combustibili fossili, oltre a sdoganare favori alle lobby di caccia e armi con leggi da far west per uccidere animali selvatici in centri urbani e aree protette.

Eppure qui siamo, qui eravamo e qui resteremo. Per ribadire il nostro antifascismo: a maggior ragione dopo le aggressioni para-squadriste agli studenti di Firenze e le continue provocazioni neonaziste fuori dalle scuole e dai luoghi della memoria.

Per lanciare il nostro grido a sostegno delle lotte transfemministe, soggetto fondamentale su cui basare un modello di società più giusto in Italia, in Iran, ovunque.

Per ripudiare la guerra come mandato costituzionale, nell’80° anniversario degli scioperi antifascisti nelle fabbriche del Nord, che bloccarono la macchina bellica del regime a costo di arresti e deportazioni di lavoratori.

Per una nuova diplomazia contro la guerra della Russia di Putin e l’escalation militare sostenuta dalla Nato: in una guerra in cui muoiono civili e soldati, vince l’industria delle armi, con profitti alle stelle a scapito dei welfare nazionali. La solidarietà internazionale e il sostegno all’autodeterminazione dei popoli sono gli unici strumenti per contrastare la militarizzazione del mondo.

Per fare tesoro dell’esempio delle partigiane e dei partigiani, e di un popolo che si ribellò al regime e alla guerra con il sogno di una società nuova di uguaglianza, democrazia e solidarietà in cui ci riconosciamo e che difenderemo sempre.


Gli organizzatori del corteo

Anpi Mantova – Sezione “Felice Tolazzi”, Cgil Mantova, Circolo Libertario Mantovano, Spazio sociale La Boje!, Non una di Meno Mantova, Associazione eQual, Rete degli Studenti Medi Mantova, Arci Mantova, Arcigay “La Salamandra” Mantova, Rete Kurdistan Mantova, Mantova per la Pace e i partiti Potere al Popolo, Sinistra Italiana, Partito della Rifondazione Comunista, Unione Popolare, Europa Verde.

La manipolazione dell’informazione

“LA MANIPOLAZIONE DELL’INFORMAZIONE SULLA GUERRA”

14 APRILE, ORE 20.45, SALA DELLE CAPRIATE MANTOVA

La rete di associazioni e cittadini che aderiscono a Mantova per la pace, in collaborazione con il Centro Diocesano per la Pastorale Sociale e del Lavoro, hanno promosso un incontro per comprendere che attraverso una manipolazione dell’informazione ci viene presentata la guerra e l’uso delle armi come unica scelta praticabile per dirimere i conflitti. Oggi è la guerra che appare a molti come legittima e razionale, mentre la pace deve trovare adeguate giustificazioni. Ma dietro ogni guerra si muovono interessi inconfessabili che spingono ad una corsa al riarmo in tutto il mondo. Anche l’Italia deve arrivare al 2% del PIL, a scapito delle spese sociali, sanitarie e per la cura dell’ambiente.
Per comprendere il tema al centro dell’incontro, interverranno due testimoni: Gianni Alioti, che appartiene al movimento per la pace e che si è occupato di riconversione delle industrie belliche, Massimo Alberizzi, che proviene dal mondo del giornalismo come ex inviato di guerra. Alioti ci parlerà del complesso militare industriale che sta dietro ogni guerra, mentre Alberizzi presenterà la “Lettera aperta degli ex corrispondenti di guerra contro la propaganda dei media”. La serata verrà moderata da Sandro Mortari della Gazzetta di Mantova.
Con questa iniziativa, Mantova per la Pace e la Diocesi di Mantova intendono rilanciare la proposta di 50 premi Nobel che ancor prima dello scoppio della guerra in Ucraina hanno chiesto di ridurre le spese militari “per far fronte alle istanze più pressanti dell’umanità: pandemie, cambiamenti climatici e povertà estrema”. Inoltre proprio 60 anni fa, l’11 aprile 1963, veniva pubblicata l’enciclica Pacem in Terris quando il mondo era ad un passo dal conflitto nucleare. In essa si sanciva che, nell’era dell’atomica, la guerra era diventata uno strumento impraticabile, controproducente, irrazionale e, dunque, da eliminare. Tutto questo ci rende consapevoli che bisogna fermare al più presto l’escalation a cui stiamo assistendo: oggi come allora il futuro stesso dell’umanità passa per la strada della pace.