La farfalla gialla volerà sempre sopra i fili spinati

Migranti e migrazioni

Il caso dei migranti della rotta balcanica.

Esprimiamo stupore e incredulità per quanto è successo la mattina del 23 febbraio, a Trieste, con l’irruzione della polizia nell’abitazione privata di Gian Andrea Franchi e Lorena Fornasir, dell’associazione Linea d’Ombra, il sequestro dei telefoni personali, dei computer, dei libri contabili dell’associazione e la loro incriminazione per concorso in favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Siamo indignati e sconcertati. Gian Andrea e Lorena sono due coniugi anziani impegnati da anni, con la loro associazione, a donare un po’ di cura e umanità a uomini, donne e bambini che dalla rotta balcanica, arrivano a Trieste disperati, stremati, affamati, coi piedi rotti dal gelo e da migliaia di chilometri di marce forzate, dopo aver subito ogni genere di violenza e maltrattamenti dalle polizie di frontiera. Un pasto caldo, una coperta, un paio di scarpe, lavare i piedi, lenire le ferite, un sorriso… Sono stati trattati come due criminali. Si criminalizza la solidarietà.

Sulla rotta balcanica si sta consumando l’ennesima tragedia umanitaria dei nostri tempi. Persone bisognose di aiuto e che avrebbero il diritto a una vita dignitosa sono tutte disumanamente e illegalmente bloccate e respinte, compresi i richiedenti asilo e i minori non accompagnati. Sono vite di scarto, non-persone senza dignità né diritti. Una vergogna di cui sono responsabili l’Europa e tutte le Istituzioni nazionali coinvolte, Italia compresa.

Nell’esprimere la nostra piena solidarietà a Gian Andrea, a Lorena e all’associazione Linea d’Ombra, chiediamo che sia fatta rapidamente luce su questa brutta vicenda, che ricorda quella in cui è stato coinvolto l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, accusato di tutte le nefandezze possibili e immaginabili, e poi pian piano prosciolto praticamente da tutte le accuse. Ma il danno ormai era fatto.

Abbiamo aderito all’iniziativa “Un ponte di corpi” – promossa da Lorena Fornasir – che si è tenuta il 6 marzo, un ponte simbolico di corpi di donne e uomini che ha unito piazze e confini per chiedere una reale accoglienza e l’apertura delle frontiere. Un grido contro le violenze e i respingimenti di cui sono vittime ogni giorno donne e uomini della rotta balcanica che tentano di raggiungere un luogo in cui poter vivere con dignità.

Una farfalla gialla volerà sempre sopra i fili spinati.

Seguono i sottoscrittoriPubblicato il 16 marzo 2021
sulla Gazzetta di Mantova
  • Centro Pastorale Sociale e del Lavoro di Mantova
  • Associazione “Solidarietà educativa” Pegognaga
  • Comunità Laudato Si’ di Viadana e Marcaria
  • Gruppo in silenzio per la Pace
  • Refuges Welcome Italia
  • Mantova per la Pace Rete di associazioni, cittadine e cittadini

Sottoscrivono anche:

  • Enrico Alberini
  • Angelo Baccolo
  • Veronica Barini
  • Matteo Bassoli
  • Maria Luisa Cagia
  • Andrea Catalfamo
  • Fiorenza Cavicchioli
  • Mirco Dei Cas
  • Don Roberto Fiorini
  • Francesco Galli
  • Renato Gandolfi
  • Corrado Giamboni
  • Caterina Gucciardo
  • Alessia Mazali
  • Sara Merola
  • Alessandro Monicelli
  • Claudio Morselli
  • Silvana Natali
  • Donata Negrini
  • Claudia Pancera
  • Maria Luisa Paroni
  • Anna Patuzzi
  • Don Matteo Pinotti
  • Marco Pirovano
  • Paolo Portioli
  • Franco Reggiani
  • Azzolino Ronconi
  • Ezio Settembri
  • Cristina Tarchini

Sandro Saccani, uomo di pace

Sandro a Scuola

Il 21 gennaio 2021 è mancato Sandro Saccani, fondatore e presidente di SCUOLA SENZA FRONTIERE di Mantova. Lo vogliamo ricordare e ringraziare attraverso alcuni contributi di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.

Carlo Giomo (docente presso la SCUOLA)
Spesso in questi momenti, anche se non si vuole o perlomeno non intenzionalmente è molto facile cadere in frasi fatte o luoghi comuni… SANDRO SACCANI, più semplicemente Sandro. Hai creato 20 anni fa, Scuole Senza Frontiere, il cui adagio recita in modo semplice, disarmante ma eccezionalmente efficace, ” UNA SOLA RAZZA, QUELLA UMANA”. Lo hai fatto contro tutto e contro tutti, e non solo in nome e nel nome della tanto e spesso ipocrita solidarietà, ma per combattere le ingiustizie e le bestialità dell essere umano. (Due cose mi sorprendono sempre l’intelligenza degli animali e le bestialità degli uomini).
Uomo dal carattere non sempre facile, combattente, intellettualmente onesto (cosa rara oggi più che mai, se non addirittura in via di estinzione), sempre pronto ad aiutare i tuoi studenti senza nessuna distinzione di razza, sesso, religione…… ( nel cuore e nell’anima hai sempre avuto scolpito l’ Art. 3 della Costituzione Italiana).
SANDRO/ALESSANDRO Strano vero, ma il tuo nome significa “Protettore degli uomini”. Te ne sei andato in silenzio lasciandoci una grandissima eredità che portiamo e porteremo avanti con il massimo impegno e onore, per Te, per i Tuoi e nostri Studenti.. Hai lottato, come pochi, in un mondo di ipocriti, bravi con le parole ma molto meno nei fatti (ma per fortuna non tutti). Molti amici ma anche molti nemici, vestiti come agnelli, ma dei veri lupi.
Ma se il nemico ti ferisce e ci ferirà ancora, è e sarà lo stimolo per poterci migliorare giorno per giorno.
I tuoi studenti dalla disperazione esternata con parole non scritte e non costruite si aspettano la continua crescita della creatura che tu hai creato, e così tutti noi vogliamo!
Sei il loro padre e il padre di tutti quelli che verranno in futuro!
Grazie Sandro, grazie.. Ti voglio bene.

Marco Malagutti
Ho avuto la fortuna di conoscere Sandro, i suo insegnanti e la sua scuola un paio di anni fa grazie al progetto “da Migranti a Vivere Liberi”. Abbiamo avuto anche accese discussioni, ma INSIEME abbiamo realizzato alcuni eventi finalizzati a meglio far conoscere la “sua scuola”. Grazie Sandro per il tuo encomiabile impegno.

Veronica Barini (Pres. Associazione Colibrì)
Non ho avuto modo di “vivere” Sandro Saccani ma la “sua” scuola rimarrà un segno indelebile nella storia della solidarietà mantovana e nella vita di tutti i migranti che l’hanno conosciuto.

Don Paolo Gibelli
Ho conosciuto Sandro quando, da vicario episcopale per i rapporti col territorio, seguivo anche, insieme a Giordano Cavallari allora direttore della Caritas diocesana, i rapporti con le associazioni impegnate nell’accoglienza e integrazione dei migranti e degli stranieri. Ricordo che, d’accordo con il vescovo mons. Roberto Busti, ospitammo per alcuni anni l’esperienza della “Scuola senza frontiere” in un’aula del Seminario. Mi colpiva la tenacia e la dedizione con cui si dedicava alla “Scuola” e la riconoscenza verso le persone e le istituzioni da cui riceveva aiuto e sostegno.

Claudio Morselli (Mantova Per la Pace)
Conoscevo Sandro da tempo. Anche se non ci frequentavamo molto, ci incontravamo spesso in occasione di riunioni e iniziative inerenti tematiche sociali. Lo ricorderò sempre così com’era, instancabilmente impegnato per gli altri, per i bisognosi, per i suoi studenti. La Scuola senza frontiere era la sua ragion di vita, il suo impegno è stato un atto d’amore.

Azzolino Ronconi (presidente Ass. Namaste)
Ci siamo ritrovati spesso e sempre dalla stessa parte, dalla parte degli “altri”, degli “ultimi”, dalla parte di chi “ha bisogno”. Legati da profonda stima reciproca ci siamo fatti compagnia in questo nostro impegno, il più delle volte sostenendoci a vicenda, ma disputando anche duramente quando necessario. Sei stato una “brava persona” e un caro amico. Ciao Sandro: ci mancherai.

I firmatari sono citati nel testoPubblicato il 17 febbraio 2021
sulla Gazzetta di Mantova

Aerei spia

Gulfstream Caew

Ha un nome straniero, difficile da pronunciare: Gulfstream Caew. Eppure ci dovrebbe essere familiare: vola sopra le nostre teste nei cieli di mezza Italia. Ogni giorno per acquisire dati di navi, aerei, veicoli. Insomma, in tutto e per tutto, un aereo spia. Dicono gli esperti, con gli occhi lucidi dall’emozione, che è il mezzo militare più avanzato del mondo, con sofisticatissima tecnologia israeliana. Sono due esemplari per il controllo del nostro Paese (per ora solo di una parte, ma vedrete… rimedieremo!). Ha sei schermi su cui arrivano tutti i dati raccolti; è in grado di captare tutte le frequenze di radar e di radio. Un vero gioiello, dice orgoglioso il mondo militare. Ma, a mio parere, ha due difetti enormi: il primo che è stato acquistato in un’ottica bellica, il secondo che, ciascuno, costa “appena” 450 milioni. L’Italia ne possiede, al momento, solo due, ma già pare che l’idea sia di comprarne altri otto. Il che significa mettere a bilancio la bella somma di 4 miliardi. Davvero una pura follia per un Paese stremato dagli effetti economici di una terribile pandemia e con un debito pubblico da sempre enorme. E poi con quale finalità? E chi spinge per questo ingente investimento? Gli Usa, la Nato, la grande industria militare? Penso che tutti coloro che credono in una società più giusta e che metta l’uomo sempre al primo posto, debbano opporsi a questo acquisto folle e inutile. Questi 4 miliardi spendiamoli per la sanità, per la scuola, per la ricerca. O per aiutare chi non ce la fa (e sono milioni). E parlando di aerei-spia: ma francamente chi dobbiamo spiare ogni giorno? Chi sono i nostri nemici? Se vogliamo la pace, come ci indica fermamente l’articolo 11 della nostra Costituzione, dobbiamo preparare la pace, non la guerra. E quei meravigliosi gioielli, che volano ogni giorno sulle nostre teste, non sono certamente strumenti di Pace.

Di Franco ReggianiPubblicato il 30 dicembre 2020
sulla Gazzetta di Mantova